Come nasce il mito di Lilith

Come nasce il mito di Lilith

Non tutti sanno che Lilith è stata la prima donna creata insieme ad Adamo  alla pari dell’uomo. Proprio per questo è la prima donna a ribellarsi al potere patriarcale del suo sposo e per questo bandita da Dio nel deserto. Qui nel deserto, Lilith si accoppia con i demoni diventandone la regina.

Lilith si rifiuta di obbedire a uno schema prestabilito in cui le si chiede di giacere sotto all’uomo, dargli figli, dar figli che serviranno al Creatore per popolare la Terra. Lilith non ci sta nel programma e dà inizio alle guerre di potere tra maschio e femmina.

Lilith rappresenta la parte ribelle, la donna selvaggia, gli istinti più segreti della donna e  anche le sue risorse più creative anche se spesso represse.

Lilith restituisce alla donna una immagine diversa, una donna forte e più comunicativa, dinamica, indipendente, e conscia delle proprie capacità. Lilith è quella donna che non accetta di vivere come tutti gli altri, ma ha bisogno di distinguersi dai suoi simili, che prova orrore nel sentirsi prigioniera, costretta e immobilizzata. La sua forza è la ribellione.

Se ne va. Abbandona il Paradiso Terrestre, abbandona lo schema prestabilito. Non vuole rientrare nelle regole. Preferisce il rischio, la solitudine, la lotta per la sopravvivenza.

Secondo i tradizionali commenti alla Torah ebraica Dio diede ad Adamo una prima compagna, ed entrambi vivono nel giardino dell’Eden finché non si scontrarono a causa del rifiuto della donna di stare sottomessa all’uomo. A seguito del litigio Lilith fugge dall’Eden e si rifugia tra i demoni, ma Dio manda una schiera di angeli a cercarla e a intimarle di tornare indietro. Lilith rifiutò, determinata a non tornare.
Ribellatasi a Dio, ella si stacca dalle origini, prende consapevolezza di sé e sceglie di vivere la propria vita.
Le fonti ebraiche che parlano di lei sono numerose, spesso viene descritta come una donna di una bellezza ammaliante, ma terrificante, con lunghi capelli rossi o blu, con coda di serpente o con ali di uccello. Insomma, nei secoli il mito si è arricchito di ogni sorta di fantasia e dettagli, invadendo spesso anche il mondo dell’arte. Numerose sono le figure di riferimento con caratteristiche simili: le Arpie, le Sirene, Echidna e la sua stirpe (Sfinge, Medusa, Scilla), Idra, le Strigi, le Nereidi. Nelle tradizioni europee ed arabe troviamo invece Melusina, Oumm es Sibyan, Lorelei. Alcuni azzardano ad accostare la figura di Lilith a quella del vampiro e del lupo mannaro, ma queste al momento possono risultare solo vane speculazioni.

Da qui ha inizio il mito della Strega, di chi vuole vivere al limite, di chi è troppo grande perché rientri nei piccoli spazi che la cultura patriarcale riserva a tutti, a garanzia del mantenimento di un ordine e dell’esercizio di controllo sulla mente della collettività. Chi non riconosce il posto che il sistema collettivo gli garantisce è legato a questo mito, chi vuole rompere le regole perché non ci si riconosce assume le qualità dell’Archetipo Lilith.

Il suo compito è quello di renderci consci delle nostre mancanze e dei nostri difetti, la sua funzione termina nel momento in cui incontriamo persone, situazioni che sul nostro cammino ci mostrano i nostri fantasmi interiori. Quando questo accade, una volte viste le nostre disarmonie e compreso quanto siano di intralcio per la nostra evoluzione, la nostra vita migliora.

Lilith è conosciuta anche come la “Luna Nera” , l’eccesso dei sensi e delle emozioni che ci possono travolgere ma di cui non possiamo proprio fare a meno, in quanto appartengono a noi e alle nostre zone d’ombra. E’ il vuoto che ci trascina, è parole non dette, risorse interiori occulte, istinti primordiali, potenzialità di cui non siamo consapevoli.

E’ il lato più nascosto della nostra sessualità, le fantasie più nascoste, i tabù, i desideri più profondi e incofessabili o difficili da riconoscere e accettare

 

 

fonti:

https://www.ilgiardinodeilibri.it/speciali/il-mito-di-lilith-e-le-sue-fonti.php

http://www.tropismi.it/2014/10/21/le-due-mogli-di-adamo-eva-e-lilith-modelli-di-donna-a-confronto/